L'urlo del perdono

11 luglio 2023


Il 18 giugno scorso, appena terminata la strepitosa finale contro l'Enna, ci complimentavamo con la dirigenza, lo staff, la squadra e la tifoseria ennese per la sportività mostrata. Poi il presidente dell'Enna, probabilmente in preda alla comprensibile delusione derivante dalla sconfitta, ci faceva pentire dei complimenti a lui rivolti, criticando l'operato dell'arbitro in modo fazioso e inopportuno, sorvolando su alcuni episodi che hanno penalizzato molto il Siracusa (il primo gol dell'Enna, irregolare per evidentissimo fallo su Ficarrotta, il gol del pareggio a inizio ripresa annullato senza motivo, etc.). Forse il tempo gli darà modo di farsi perdonare. Ma il perdono (sportivo e ironico, ovviamente) di cui si parla in questo messaggio nasce da molto lontano, praticamente 2 anni fa, ad Agrigento...


Il 20 giugno 2021 allo stadio Esseneto il Siracusa sfida il Giarre al termine di un campionato anomalo sospeso per Covid, poi ripreso, poi stravolto, poi portato a termine in modo incomprensibile, togliendo alle squadre di Eccellenza la promozione tramite play off. In quel Siracusa c'erano in campo Carmine Giordano e Luca Palmisano, azzurri anche 2 anni dopo. C'era anche Esteban Alfieri, che 2 anni dopo giocava con l'Enna. Nel Giarre, invece, c'erano Davide Pettinato, Santo Privitera, Luca Savasta e Benedetto Iraci, in azzurro 2 anni dopo, così come Giuseppe Zappalà, Alfonso Sessa, Angelo Strano, Ivan Agudiak e Salvatore Cocimano, in gialloverde 2 anni dopo. Quel Giarre era allenato da Gaspare Cacciola. In campionato 2 anni fa Siracusa e Giarre si incontrarono solo in terra etnea e fu un pareggio importante, col Siracusa che riuscì a sfoderare una prestazione meravigliosa in casa del più quotato avversario. In finale andò diversamente: nonostante il vantaggio azzurro, il Giarre la pareggiò con Savasta, la ribaltò con Baglione e la chiuse con Agudiak. Una partita dominata, in cui gli azzurri sembrarono storditi fin dal primo minuto. Al triplice fischio, l'urlo di gioia di Cacciola e co., rivolto ai tifosi gialloblu, ci condannò ad un altro anno di Eccellenza. Ma poi la ruota gira. Il Giarre ha vivacchiato in D per una sola stagione, per poi sparire in estate, noi ci siamo presi un anno, poi però abbiamo fatto girare la ruota. Ci sono due momenti chiave nella finale play off con l'Enna, in cui la gioia diventa quasi follia e ottiene perdono senza discrezionalità alcuna. Il primo è subito dopo il gol del Pareggio: Belluso gonfia la rete, esplode un boato di gioia, tutta la panchina azzurra entra in campo e poi c'è Savasta, nella sua solitaria follia, lui che ha fatto nascere l'azione servendo alla perfezione l'inserimento di Ficarrotta, lui si gira, inizia a esultare, si mette in ginocchio e probabilmente rischia pure lo svenimento. Il secondo dura più a lungo, inizia al gol di Palermo, che di fatto chiude i giochi, e finisce dopo il triplice fischio: Cacciola inizia a gridare, tutta la rosa e lo staff sono in campo, lui piange e fa fatica a evitare di scontrarsi con altre persone perchè probabilmente non vede nulla, ma c'è un momento immortalato da Martina Visicale, in cui Gaspare quasi senza più voce rivolge un urlo strozzato verso il pubblico, stavolta il suo urlo condanna i nostri avversari e benedice noi, i suoi occhi sono chiusi, le lacrime percettibili, la gioia immensa, il perdono, a distanza di 2 anni, è come minimo dovuto. Tutti voi che 2 anni fa ci avete castigati con la maglia del Giarre, vi abbiamo perdonati tutti, anzi, di più, vi ricorderemo come degli eroi, perché avete sfatato quell'idea che "Siracusa" e "play off" sono un mix irrealizzabile, immiscibile come acqua e olio, inabbinabile come caffè e sale. E ci avete portati via da questo schifo di categoria in cui speriamo di non tornare mai più.


Torna alla galleria

Immagine precedente
Immagine successiva