I campi da gioco del calcio a Siracusa

Dal "Campo dei Villini" al "Nicola De Simone"
Rudi Miceli

1907-1922: CAMPO DEL FORO SIRACUSANO

Per raccontare la storia dei campi da gioco calcati dalle più importanti compagini aretusee, bisognerebbe andare a ritroso, sino ai primissimi anni del Novecento. Infatti, la pioniera del calcio siracusano (l’Ortigia Sport Club 1907) era solita sfidare le altre realtà dei centri vicini, presso il Foro Siracusano, in quei famosi giardinetti che sino ad oggi sono chiamati da qualsiasi siracusano doc “I villini”; i biancoverdi sfruttavano un rettangolo di gioco, ricavato dall’espansione cittadina di fine Ottocento e dalla distruzione delle mura e dei fortilizi spagnoli che cingevano Ortigia e l’attuale zona Umbertina. Negli anni Venti del Novecento, con la nascita di diverse realtà di quartiere, numerose piazze cittadine si trasformavano in improvvisati campi da gioco; del resto eravamo agli albori “giuoco del calcio”, in un’Italia che considerava il ciclismo come il vero sport nazionale. Pertanto il campo dei villini fungeva da struttura per gli eventi calcistici più importanti, quali finali di tornei o prestigiose amichevoli con eventuali equipaggi di imbarcazioni straniere. Non a caso Genesio Pioletti, proprio osservando una delle tante “amichevoli sfide” (si fa per dire ndr) al Foro tra Esperia e Insuperabile, aveva avuto l’idea di fondere le due compagini in un unico sodalizio. Tale rettangolo era stato usato sino al 1922, lasciando così spazio al primo vero impianto sportivo della città: il Campo Coloniale. Oggi, presso il Foro Siracusano, sorgono dei giardinetti pubblici e alcune testimonianze di epoca Romana.

1922-1932: IL CAMPO COLONIALE

Il Campo Sportivo “Coloniale” era stato inaugurato il 14 Giugno 1922 nei pressi dei Baraccamenti Coloniali in Via Augusto Von Platen, non lontano dal vecchio cimitero comunale, in occasione del torneo “III Polisportiva”. Ad usufruirne in primis era stato il 75° Reggimento Fanteria, rappresentativa dell’omonima unità militare della Divisione “Napoli”, di stanza nella città aretusea; inoltre era stata la sede del celebre quadrangolare che aveva portato alla fusione delle compagini nel Circolo Sportivo Tommaso Gargallo. Tale impianto, dal 1 Aprile 1924, era stato adottato dagli azzurri gargallini come sede dei propri incontri casalinghi.

Il Coloniale era costituito da impalcature in ferro, capaci di raggiungere una capienza di circa 5.000 spettatori e da alcune baracche militari, usate come spogliatoi. Con la nascita del nuovo Stadio del Littorio alla Borgata nel 1932, il “Coloniale” veniva definitivamente abbandonato ed esclusivamente adibito ad uso militare. Oggi, all’interno dello spazio che all’epoca comprendeva il rettangolo di gioco, vi è un parcheggio custodito (a ridosso della sede dell’AVIS di Siracusa).

1932-1936: STADIO DEL LITTORIO - 1936-1979: STADIO “VITTORIO EMANUELE III” 1979-oggi: STADIO “NICOLA DE SIMONE”

Il 2 Ottobre 1932, in occasione della prima giornata del campionato di Prima Divisione (Siracusa-Nissena 5-1), veniva inaugurato nel quartiere Borgata (in prossimità della Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro e delle omonime catacombe) lo Stadio del Littorio, con la Gioventù Italiana del Littorio promotrice di tale opera. Siamo in piena epopea architettonica fascista e in tutta Italia sorgevano nuovi impianti sportivi e civili. Tutt’oggi l’ubicazione della piazza antistante all’impianto prende il nome da colui (Luigi Leone Cuella) che possedeva gran parte del terreno su cui era sorta la struttura, dal portale d’ingresso (restaurato nel 2015) alla fontana col pallone; l’intero del plesso era caratterizzato da una tribuna coperta e da una gradinata che percorreva il lato più lungo volto a nord, sino a quello più piccolo a est. Nel 1936 cambiava ufficialmente denominazione in Stadio “Vittorio Emanuele III”, in occasione di una delle tante visite del sovrano sabaudo nella nostra città.

Durante la Seconda Guerra Mondiale l’impianto era rimasto miracolosamente illeso nonostante i continui bombardamenti anglo-americani, soprattutto nel tremendo raid del 27 Febbraio 1943, nel quale una bomba era caduta nella piazzetta retrostante alla tribuna, scalfendola fortunatamente in maniera lieve. In questa struttura il Siracusa ha vissuto il suo periodo d’oro, caratterizzato dalle sette stagioni consecutive di cadetteria, affrontando squadre importanti come Roma, Genoa e Napoli. Fino al 1970 il terreno era in terra battuta, mischiata a terra lavica, mentre nell’anno seguente, veniva rizollato con erba naturale.

Successivamente, dal 1979, in seguito alla tragica scomparsa di Nicola De Simone, lo stadio aretuseo è stato dedicato all’amato calciatore stabiese, evento che ha portato al gemellaggio con la tifoseria della Juve Stabia.

Nel 1994 veniva creata una recinzione in tutto il perimetro del rettangolo di gioco e persino una riduzione sostanziale degli spalti in gradinata; esattamente dieci anni dopo, nel 2004, sono state installate nuove strutture in ferro, quali la tribuna laterale e la Curva Ovest (ribattezzata Curva “Anna” in onore della madre di uno dei capi ultras).

Nel 2016, veniva installato il manto in sintetico, in modo da ridurre i costi di manutenzione e preservare le condizioni del terreno di gioco; l’attuale capienza è di quasi 6.000 spettatori, anche se il record di presenze sugli spalti (12.000 persone circa) era stato durante Siracusa-Bari 2-0 del 30 Ottobre 1976.




Rudi Miceli

Vedi anche
~ Calciatori: Genesio Pioletti ~ Partite: Siracusa - Nissa