Intervista a Marco Limetti

Uno sguardo nostalgico al Siracusa che fu
Fabrizio Syd Santuccio

La nostra chiamata gli ha fatto piacere, non prova neanche a nasconderlo. Marco Limetti ci racconta i suoi 2 anni a Siracusa animato da una nostalgia che trapela dalla sua voce. Avesse tra le mani una macchina del tempo, forse, proverebbe a cambiare il destino di quella sciagurata estate del 1995, ma purtroppo nessuno può farlo. Con una gentilezza infinita mi dedica tutto il tempo che gli chiedo, richiamando alla mente ricordi di un tempo ormai passato, uno stadio che invoca il suo nome, un bambino che vuole il gelato, una palla che si stampa sul palo, un ricordo bello come un sogno che svanisce presto ma mai del tutto.

Signor Limetti buongiorno, ci tengo a precisare che non sono un giornalista ma un semplice tifoso del Siracusa con la passione per l'informatica. Ho creato un sito-database sul Siracusa, si chiama SiraPedia, raccoglie tutti i tabellini, le formazioni e tantissime informazioni sul Siracusa calcio. Le volevo fare qualche domanda, innanzitutto che ricordi ha della nostra città?

Innanzitutto vi ringrazio per avermi contattato e per esservi ricordati di me. Questo vuol dire che ho lasciato un buon ricordo a Siracusa. Allo stesso tempo devo dire che Siracusa la reputo una mia seconda casa nel senso che è stato uno di quei posti dove ho legato di più con la gente, col territorio, coi tifosi e dove ho avuto bellissime soddisfazioni anche se poi il risultato finale non è stato il massimo. Io sono stato a Siracusa due anni, arrivavo da un'esperienza molto importante sempre in Sicilia, a Messina. Il primo anno sotto la guida inizialmente di Lombardo, poi di Sonzogni, siamo riusciti a salvarci ai play out nella doppia sfida contro il Nola, dopo una ripresa importante nel girone di ritorno. Il secondo anno, sempre sotto la guida di Sonzogni, che per me è stato un maestro di calcio, mi ha insegnato tante cose anche a 26 anni, siamo riusciti con alcuni acquisti mirati a raggiungere i play off e a toccare con mano un sogno di una città intera e dei tifosi. Soprattutto si poteva regalare a quel Siracusa perlomeno la sopravvivenza e non il fallimento che poi è arrivato e purtroppo ce ne siamo dovuti andare, mio malgrado.

C'è qualcosa che vuole raccontarci? Qualche aneddoto a cui è particolarmente legato?

Aneddoti ne avrei tantissimi, quello che mi viene in mente e che mi è rimasto impresso è al mio rientro dopo l'infortunio durato 6 mesi per la rottura del crociato. Il mio rientro in casa contro il Nola. Mi ricordo il momento in cui Sonzogni mi disse di alzarmi e scaldarmi. Ci furono dei minuti interminabili in cui tutto il pubblico incitava il mio nome e quella è una cosa che mi rimarrà per sempre nel cuore. Oltretutto fui pure sfortunato, perché appena entrai si ebbe subito una occasione importante e presi un palo clamoroso, sarebbe stata l'apoteosi.

Su SiraPedia ho visto che ha giocato 53 partite segnando 12 reti in due stagioni, un buon risultato soprattutto considerando che il livello della serie C italiana negli anni '90 era superiore a quello attuale. Ho visto che nella seconda stagione le presenze sono drasticamente ridotte. Cosa è successo nella seconda stagione?

La prima è stata una stagione importantissima culminata con i play out con il Nola. Una stagione in cui fortunatamente non ho avuto il benché minimo infortunio e dove ho realizzato 8 gol, tra cui quello nei play out contro il Nola. Mentre nel secondo anno ero partito benissimo perché nelle prime 10 partite feci 4 gol, poi purtroppo ebbi la sfortuna, nella vittoriosa gara di Siena, di rompermi il crociato dopo mezz'ora di partita e comunque sia disputai la gara intera, oltretutto facendo anche gol. Poi ci fu l'amara scoperta il giorno dopo, di rientro dalla trasferta, con una tac si vide che il crociato anteriore del ginocchio destro si era completamente rotto. Inizialmente si era pensato addirittura di non operarmi perché la massa muscolare mi permetteva di giocare anche così, ma mi fu consigliato da tutti di operarmi subito in modo da rientrare prima che finisse il campionato e da lì sono stato fuori praticamente 6 mesi, rientrando a maggio per le ultime 5 partite più le due gare di play off.

Come pensa che il Siracusa possa togliersi da questa situazione che dura ormai proprio da quella estate del 1995? Perché se anche ogni tanto il Siracusa è riuscito ad affacciarsi nel professionismo, negli ultimi 25 anni solo 6 la squadra azzurra li ha trascorsi tra i professionisti!

Io direi che una delle cose essenziali su cui deve puntare il Siracusa è la programmazione, anche perché purtroppo oggi se non hai un presidente, una società economicamente fortissima, non puoi pensare di avventurarti in spese folli per ottenere risultati a breve termine. Io credo che la storia degli ultimi 25 anni abbia insegnato la lezione alle società che sono arrivate, hanno speso tantissimo ma poi non sono riuscite a mantenersi perché purtroppo le spese sono tante. Per me la salvezza è la programmazione. Mi auguro che da quest'anno in cui si è partiti da una categoria non importantissima sia l'inizio di una programmazione dove venga valorizzato al 100% il settore giovanile, dove si scelga bene chi deve insegnare calcio, chi deve allenare, è lì che vanno fatti gli investimenti anche perché Siracusa ha un bacino d'utenza immenso ed è una piazza ambitissima. Valorizzare il settore giovanile vuol dire portare quanti più giovani bravi in prima squadra, che hanno sicuramente un costo inferiore rispetto a quelli che vengono da fuori, e magari quelli davvero bravi venderli per fare cassa per continuare a investire sulle strutture, allenatori e quello che serve.

Un'ultima cosa, signor Limetti. Quando lei ha giocato con la maglia del Siracusa io ero solo un bambino. Mio padre mi portava allo stadio cercando di trasmettermi il valore della nostra maglia ma io ero più incuriosito dai tifosi della curva e andavo allo stadio dietro la promessa di un gelato all'intervallo. Alla fine c'è riuscito, oggi vado allo stadio ogni volta che posso, rimpiango quei tempi di calcio più genuino e soprattutto alla luce di questo le dico che è stato un onore averla con la nostra maglia.

Ti ringrazio soprattutto per l'ultima frase che mi ha fatto venire la pelle d'oca. Io sono uno che vive di sentimenti, credo di averlo dimostrato in tutte le piazze dove ho giocato, soprattutto a Siracusa, tornandoci e avendola sempre nel cuore. Credo che i valori che può darti lo sport siano qualcosa di indescrivibile. Sono secondo me paritari ai valori che ti può dare una famiglia, perché comunque lo sport è sacrificio, è dedizione, è un credo, è un obiettivo, è qualcosa che ti tiene lontano dai cattivi pensieri, dalle cattive compagnie. Io credo che la fortuna di giovani come me e te è stata quella di aver avuto dei genitori che ci hanno tramandato la cultura dello sport, non solo il calcio. Certo, questo è un calcio completamente diverso, come dicevi tu, non me ne vogliano quelli di adesso, ma non c'è paragone tra la nostra serie C1 e la serie C di adesso. Una volta giocavi perché meritavi, ora ci sono altri interessi, procuratori, etc., una volta era completamente diverso e c'era anche molto più rispetto tra le varie parti. Sarebbe bello ritrovare quel calcio, ma credo che sia difficile.

Io ringrazio voi per l'intervista, per il tempo che dedicate a quelli che hanno dato qualcosa alla vostra città, a voi come tifosi e alle persone. Vi ringrazio ancora e auguro le migliori fortune al Siracusa perché ce l'ho sempre e comunque nel cuore.




Fabrizio Syd Santuccio

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Stagioni: 1993-94 ~ 1994-95 ~ Calciatori: Marco Limetti ~ Allenatori: Paolo Lombardo ~ Giuliano Sonzogni ~ Partite: Nola - Siracusa ~ Siracusa - Nola ~ Siena - Siracusa ~ Siracusa - Avellino ~ Avellino - Siracusa